Il serbo sigla il quarto rigore con la Real Sociedad, finora però ha ottenuto poco spazio. Al Toro manca uno con le sue caratteristiche
Quando si è a sostegno di una piccola squadra sono poche le occasioni per garantirsi vere e proprie notti da sogno, sia in ambito nazionale che europeo. Notti che ti entrano sotto pelle, oltre che nei ricordi più vividi e remoti e che riconducono a gioie indimenticabili. A volte sono irripetibili e qualcosa ne sappiamo … figuriamoci in Spagna, dove le realtà più periferiche sono costrette a scontrarsi con colossi inarrivabili di potere economico e tecnico come Real, Barça e da qualche anno l’Atletico. Alla stregua di una serie di Everest da scalare. Ieri sera, martedì 27 febbraio, a urlare il proprio spazio nell’olimpo delle grandi del calcio iberico ci ha pensato il Maiorca che, dopo ventuno anni, festeggia l’accesso in finale di Coppa del Re in programma a Siviglia contro una tra Athletic Bilbao e Atletico Madrid (all’andata, al Wanda Metropolitano, 0-1 in favore dei baschi, ritorno fissato a giovedì ore 21.30). Una lunghissima notte quella dello stadio Anoeta di San Sebastian, conclusasi con una vittoria dei maiorchini ai calci di rigore ai danni dei padroni di casa della Real Sociedad. Tra i giocatori ad aver fatto centro nella spietata lotteria c’era anche una recentissima conoscenza dell’ambiente granata, ovviamente Nemanja Radonjic, subentrato nella seconda frazione dei tempi supplementari sul risultato inscalfibile di 1-1. Di Radonjic la firma sul quarto rigore del Maiorca, che trionfa grazie all’errore iniziale della Real Sociedad con Oyarzabal. Freddo il serbo su penalty, a spiazzare il portiere Remiro.
Poco Radonjic al Maiorca, al Toro un buon inizio
“Aveva bisogno spesso di prendersi pause. Purtroppo non è una questione di Toro o di Juric. A certi livelli bisogna essere sempre sul pezzo e cercare di ottenere il massimo, lui questo non riusciva a farlo. Non è nemmeno più un ragazzino, se ha cambiato squadra spesso e volentieri significa che qualche problema c’è”, queste le dichiarazioni a fine mercato del dt Davide Vagnati sulla cessione di Nemanja Radonjic al Maiorca, dopo una prima parte di stagione (la seconda in maglia granata) cominciata come meglio non si poteva, con tre reti decisive nelle vittorie con Genoa e Salernitana. Da quel momento, pur rimanendo per un lungo frangente il capocannoniere di una squadra tutt’altro che prolifica sotto porta, qualcosa si è rotto, tra dissapori con Juric confluiti poi nelle mancate convocazioni. Radonjic non è mai diventato un “giocatore vero” a detta del tecnico e così la cessione è divenuta inevitabile. L’estrosa ala serba si è dunque accasata al Maiorca in prestito con obbligo di riscatto. Ieri, in semifinale di Coppa del Re, l’unico squillo degno di nota, pur sempre coraggioso in un momento tanto delicato della stagione dei maiorchini ottima in coppa nazionale, difficoltosa in campionato, dove occupano la sedicesima piazza con un bottino comunque non indifferente di sei punti sulla terzultima. Finora l’apporto di Radonjic è stato piuttosto risicato. Solamente settantuno minuti: undici da subentrato nel successo col Rayo Vallecano, sessanta nell’unica uscita concessagli dal primo minuto col Deportivo Alavés. Di certo non un impatto da giocatore in grado di cambiare le sorti della stagione, cosa che al Torino in parte gli riusciva, nella sterilità offensiva di una formazione di Juric ferma a sole venticinque reti in ventisei incontri e visibilmente priva di idee efficaci negli ultimi metri.
Al Toro manca un Radonjic?
Un problema che continua a condizionare una stagione corrente dei granata che rischia, calendario alla mano, di seguire lo stesso filone di piattume degli anni precedenti. Servirà una nuova strategia, visto che Juric pur liberandosi di un “peso” come Radonjic finora non pare dimostrare granché curiosità nelle opzioni dalla panchina come Okereke (finora solo scampoli di partite) e Pellegri (escluso a Roma per scelta tecnica dopo la titolarità con il Lecce). L’asse Zapata-Bellanova difficilmente riuscirà a tirare la carretta fino a fine stagione. Serve altro, a partire da un Sanabria alle prese con la tendinite e un bottino di reti in linea più con il suo storico personale che con l’anomalia dell’annata precedente conclusa in doppia cifra. Di certo manca uno come Radonjic. Uno col guizzo travolgente, in grado di generare entusiasmo nel pubblico già solo con una sgambata. A 28 anni ci si aspettava di più in termini di maturità, ma è innegabile come nessuno al momento possa trasferire tali sensazioni e numeri.
E’ un ragazzo insicuro, talentuoso, che deve sempre strafare (cioè tirare comunque). La generazione dei miei tempi, il suo prototipo, la sua stessa tipoligia, diciamo, di anni fa, era una giocatore che dribblava e poi gli piaceva passarla. Oggi, almeno per Radonjc, questo non basta, deve segnare, e, ovviamente, non… Leggi il resto »
Titolo scioccamente provocatorio
Comunque fa piacere che gli zerotreini, quegli stessi che volevano Radonjic appeso per le palle, adesso che e’ chiaro che Ivan l’Infallibile con lui ha fallito (e resta il problema del gol) discutono di pantofole, di orchite ecc ecc. Oppure anche di questo e’ colpa di Cairo perche’ e’ stato… Leggi il resto »
In effetti hai proprio centrato il problema…è colpa di Juric se Radonjic qui ha fallito! Del resto la sua carriera parla chiaro, 8 squadre di 7 campionati differenti, sempre titolare e decisivo, solo con l’effecì è andata male! Comunque è un peccato leggere un tuo commento e trovarci solo il… Leggi il resto »
Oh si’ certo… Radonjic ha fallito? Colpa di Cairo!